Tavola reale, la testata del nostro blog, non indica soltanto la tavola dei re e delle regine che si presuppone ricca e splendente, come ognuno di noi sogna la propria, ma “tavola reale” ai giorni nostri riafferma la supremazia di una tavola, fatta come si deve, rispetto alla “tavola virtuale” dei programmi televisivi e a quella dei giornali e di alcune guide, una tavola fatta di parole e di chiacchiere.

Tavola reale significa la pratica e la conoscenza della vera cucina, quella che parla al palato più che alla fantasia, insomma la tavola vera e quella degna di un re. “A ognuno secondo i suoi gusti”, recita il nostro motto, purché i gusti vengano sempre esauditi quando si avvicina la posata alla bocca.

martedì 1 gennaio 2008

Ristorante San Marco, Canelli

NICO & DANDA 

BATTIBECCO 
Qualche foglia, seccata sulla pianta, indora appena le viti nella  morsa dell’inverno che avanza. Per raggiungere Canelli da Acqui Terme, Nico ha scelto una piccola scorciatoia che permette, dopo Terzo, di “saltare” Nizza Monferrato. Poco frequentata, offre il vantaggio di godere delle collinette piantate a vigna. Ma c’è la nebbia, una nebbia dapprima leggera che sale in cerchi dalla terra umida e poi s’infittisce.
Danda: Lo sapevo, tu e la tua mania degli itinerari romantici invernali. Qui si viene in settembre, non quando siamo vicini a Natale!

Nico: Ho scelto apposta questa strada, perché è più breve e non ci si incontra mai nessuno.

Danda: Grrrr.


Finalmente si arriva a Canelli. All’ingresso del ristorante San Marco un forte sentore segnala la trifola, il tartufo bianco, che infatti è in bella vista sotto una campana di vetro, annessa la piccola grattugia per ridurlo in scaglie.


Nico, provocatorio: Nebbia e tartufi: un’accoppiata vincente.


Danda non raccoglie, si guarda intorno nel piccolo ristorante dove la famiglia Ferrero ha il suo regno.


Seduti su comode sedie imbottite dall’alto schienale, ci si concentra sulla carta. Danda afferra una delle piccole strisce di schiacciata che sono sul piatto al centro del tavolo e osserva la lista delle portate. Nico comincia a salmodiare i nomi dei vini.


Danda: Finalmente, dopo tanto vagare fra ristoranti che oscillano fra sperimentalismo e cucina spenta, in Italia come in Francia, ecco, non saprei come definirlo?


Nico: Un ristorante di fiducia.


Danda: Proprio così.


Nico: Un ristorante da Tavola Reale.


Danda: Già. Quanti sono quelli che non meritano la visita del nostro blog! Qui invece…


I primi: Tajarin vecchio Piemonte (40 rossi d’uovo per un chilo di farina), agnolotti dal plin con sugo d’arrosto oppure cotti nel brodo ristretto e serviti al tovagliolo (gli gnocchi alla Monferrina sono eseguiti e spiegati a parte in questo giornale, visto che Mariuccia e Pier Ferrero sono stati nostri ospiti graditi).



Danda: Perché dici “gli gnocchi”? Io dico “i” gnocchi.

Nico: Anche Aldo Buzzi. E tu come dici: amatriciana o matriciana?


Danda: Matriciana.


Nico: Anche Buzzi.


I secondi: Scaloppa di foie gras con cipolle fondenti all’Asti spumante, tartare di funghi con uovo in camicia, finanziera nobile all’astigiana, Toma di Roccaverano al cartoccio.




Ma prima ci sono gli antipasti: Danda sceglie Cardo di Nizza e cotechino in fonduta di Raschera, seguito dai Tajarin con burro alle erbe e per secondo Toma al cartoccio.


Nico: Fassona cruda battuta al coltello, Agnolotti, e Tartare di funghi. Sui Tajarin e sugli Agnolotti una porzione di tartufo divisa in due (45 euro, 6 euro al grammo il prezzo del giorno). Il vino è uno chardonnay “Plenilunio” 2004 di Chiarlo


Nico: Il tuo è il vero menu HDL, nel senso del colesterolo.


Danda: Se ti interessa, poi mi faccio anche lo Zabaglione aromatizzato alla vaniglia! Piuttosto si straparla sempre di consistenze, questi sì che sono piatti dove si esperimenta la consistenza.


Nico: Sì, l’uovo in camicia sulla tartare di funghi era come una nuvola bianca. Il bianco non era sodo e non era crudo. Era un vero uovo “poché”, come dev’essere. E poi sono piatti bellissimi da vedere: penso alla tua toma al cartoccio.
Siamo alla fine, con un bicchierino di barolo chinato. Ci si guarda intorno: il servizio è stato cortese e affettuoso, la musica era come dev’essere: lontana. I profumi, che vengono dai piatti, squisiti e sostenuti e su tutto dominava il tartufo, l’odore di questa magica stagione. Fuori, come per incanto, la nebbia si è appiattita in terra. Il ritorno sarà lento e dolcissimo.


Ristorante San Marco
Via Alba, 136
14053 Canelli Asti, Italia


0141 823544

 

Nessun commento:

Posta un commento