Tavola reale, la testata del nostro blog, non indica soltanto la tavola dei re e delle regine che si presuppone ricca e splendente, come ognuno di noi sogna la propria, ma “tavola reale” ai giorni nostri riafferma la supremazia di una tavola, fatta come si deve, rispetto alla “tavola virtuale” dei programmi televisivi e a quella dei giornali e di alcune guide, una tavola fatta di parole e di chiacchiere.

Tavola reale significa la pratica e la conoscenza della vera cucina, quella che parla al palato più che alla fantasia, insomma la tavola vera e quella degna di un re. “A ognuno secondo i suoi gusti”, recita il nostro motto, purché i gusti vengano sempre esauditi quando si avvicina la posata alla bocca.

lunedì 15 marzo 2010

La Locanda delle Tamerici, Fiumaretta di Ameglia



NICO & DANDA
BATTIBECCO

Il cielo è grigio, il mare batte spietato sul terrapieno che protegge gli stabilimenti balneari, recinti vuoti, qualche cabina di cemento senza porta, piccoli ristoranti che d’estate debbono avere una qualche clientela. Un uomo armeggia sulla gigantesca antenna di una piccola macchina azzurra. Il vento gli impedisce di registrare o ascoltare, finché ripiega l’attrezzatura e la mette nel portabagagli.


In questa desolazione ancora invernale, come una piccola gemma, con le sue palme, col giardino curato, la Locanda delle Tamerici, quattro stanze e un ristorante con 20-25coperti. Siamo a Fiumaretta di Ameglia, sul Magra, dove la Liguria sa già di Toscana. Entriamo: una sala vasta e molto bene illuminata, con tende fantasia alle finestre, comode poltroncine e sette tavoli ben distanziati con tovaglie di lino. Un maitre-sommelier, davvero elegante e professionale (è una donna), presenta la carta e riceve le ordinazioni.


Danda: Ho preso freddo, tu e la tua mania di arrivare con un’ora di anticipo.

Nico: Sai bene che questa strada è sempre ingolfata se la si prende all’ora di pranzo e l’autostrada da Genova oggi era insolitamente sgombra.

La femme-maitre porta pane e focaccia calda (per fortuna) e una bottiglia di chardonnay Kreuth (20 euro). Danda si rianima subito.

 

Nico: Bella carta dei vini, con gli champagne che contano davvero (Krug, Selosse etc) e un occhio di riguardo ai bianchi dell’Alto adige, alcuni dei quali non facili da trovare e al giusto prezzo (lo chardonnay Elena Walch a 27 euro, per esempio).
Danda: Anche la carta dei vini neri è stuzzicante.

Arrivano i piatti: Danda ha ordinato tagliatelle con scampi e branzino al vapore, Nico due antipasti: capesante avvolte nel lardo con carciofi e salsa al vino bianco e, a seguire, petto di piccione con foie-gras, gelatina al Porto e all’aceto balsamico. Poi pesce San Pietro arrosto con carciofi e cime di rape.

Danda: Quel piccione non c’entra niente con gli altri tuoi piatti e vorrebbe un vino nero.

Nico (paziente): Mangio io… e poi con l’aceto balsamico per me non c’è vino adatto.


Al dessert Danda sceglie una cassatina di frutta secca, mentre Nico si dedica a un poker di dolci al cioccolato. Un pranzo riuscito, tutto molto bene accomodato, con una tecnica senza fronzoli che bada al sodo, appena qualche schizzetto “à la mode” sul piccione. Il signor Ricciardi, chef-patron, conferma grandi doti. Niente da dichiarare, allora?
Danda: I piatti debbono essere riscaldati di più.

Nico: Il piccione troppo cotto, ma questa, forse, è una mia “perversione francese”.   

Via Litoranea, 106
19030 Ameglia La Spezia, Italia

0187 64262

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