Tavola reale, la testata del nostro blog, non indica soltanto la tavola dei re e delle regine che si presuppone ricca e splendente, come ognuno di noi sogna la propria, ma “tavola reale” ai giorni nostri riafferma la supremazia di una tavola, fatta come si deve, rispetto alla “tavola virtuale” dei programmi televisivi e a quella dei giornali e di alcune guide, una tavola fatta di parole e di chiacchiere.

Tavola reale significa la pratica e la conoscenza della vera cucina, quella che parla al palato più che alla fantasia, insomma la tavola vera e quella degna di un re. “A ognuno secondo i suoi gusti”, recita il nostro motto, purché i gusti vengano sempre esauditi quando si avvicina la posata alla bocca.

mercoledì 2 marzo 2011

The Cook, Nervi (GE)

NICO & DANDA
 

BATTIBECCO


 
Per chi è pratico della zona e conosce i problemi di parcheggio, basta lasciare l’automobile sulla via Aurelia in direzione Recco, poco prima del bivio di Sant’Ilario: poi si prende una delle magiche “creuze” di mare che scendono verso via Sala, l’arteria che attraversa Nervi, dove c’è il ristorante. La “creuza” è un vicolo che scende fra i muri, lastricato di pietre. Quella che ho in mente sbocca quasi davanti all’insegna di “The Cook”, guardando verso sinistra. Altrimenti si entra in Nervi e ci si affida alla fortuna che dev’essere molta.




Nel vasto stanzone colpisce subito il lampadario di bigliettini di Ingo Maurer, i tavoli sufficientemente distanziati e bene illuminati, le cornici colorate delle finestre a sinistra che mitigano il grigio di un vicolo, il bancone al centro, belle sedie stile chiavarine (architetto Paolo Lanza). La finestra che dà sulla strada principale guarda su un bel palazzo ligure restaurato di fresco. La cucina è in fondo.
Qui Ivano Ricchebono tenta nuovi sapori e accostamenti restando sapientemente ancorato alla tradizione ligure. Esempio: zuppetta di triglia, pesce prete e gambero, un brodino leggero aromatizzato all’aneto e allo zenzero. Ma ci sono in lista molti piatti della tradizione: cima, trofie, pansoti etc. 

 
Danda: Perché questo nome in inglese, The Cook? Che cosa vuol dire?

Nico: Vuol dire Il Cucco.

Danda: Ma no, vuol dire “il cuoco”, lo so. Ma non capisco l’uso dell’inglese in cucina: fooding, cooking etc. La grande cucina parla francese, spagnolo o italiano in Europa e cinese o giapponese nel resto del mondo.

Nico: Non mi sembri abbastanza globalizzata.

Danda loda il pane, fatto in casa, mentre sorseggia bollicine, Nico loda la carta dei vini e aspetta una bottiglia di vermentino Lambruschi. Decidono entrambi di ordinare il menù a sorpresa dello chef (60 euro), per tastarne il polso. Arriva un piatto di vetro quadrato con cinque assaggi di crudo alla ligure. 

 

Un gambero con un ricciolo di quagliata (Prescinseua) trattata col sifone come una chantilly, un battuto di pesce con capperini e filetti di pomodoro secco, altre mini-tartare con uovo di quaglia scottato, o con tartufo nero e, in chiusura, baccalà col caramello. Tutto molto in linea con una regione che ha la gastronomia mediterranea più “povera”, la più sobria nell’uso dei grassi.
Arriva la zuppetta di cui si è detto e, a seguire, totanetti fritti con zabaglione al balsamico e una forchettata di spaghetti Mancini con carbonara di seppie.



Danda: la seppia mi sembra troppo morbida. Non era meglio se avesse avuto più consistenza, come il guanciale nella carbonara vera?

Nico: No, la texture al dente è affidata agli spaghetti davvero speciali, il resto dev’essere morbido, cotto a bassa temperatura.

Dopo gli spaghetti servono degli gnocchetti di zucca con capesante e barbabietola rossa. E, come piatto forte, tonno con insalatina di germogli e cipolle caramellate per Danda, baccalà con tartufo nero per Nico.


Si chiude con cioccolatini, gelatine di frutta (la tradizione genovese dei Romanengo) e un Ice Nespresso 
Mou, un gelato al caffè con caramello.

Nico: Tutto bene, no?

Danda: Salvo il nome in inglese, sì. E per te?

Nico: Tutto straordinariamente gradevole, cucina ottima, prezzi giusti. Solo avrei voluto più caldo in sala.

Danda: Siamo in Liguria, non in Alsazia. Fuori c’è sole (18 gradi) e dentro si scalda con parsimonia. I locali (e le case) liguri sembrano quasi sempre freddi, ma poi ci si abitua. E a cena si scalda di più. 


THE COOK
Via Marco Sala 77/79 r.
NERVI (Genova)
Telefono : 010 3202952

Michelin: 1 stella
L’Espresso: 14/20
Gambero Rosso:

Tavola Reale: 14/20


1 commento:

  1. Non capisco neanch'io perché il nome e in inglese, però e un ottimo ristorante.
    Il mio parere (in inglese ;-) si trova qui: http://simonlitton.wordpress.com/2012/09/06/the-cook/

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